Particolarmente empatico, risolutivo, brillante, Stefano Furlan, nei suoi spettacoli si muove su coordinate legate al rapporto tra testo e contesto, parola e azione, suono e immagine. Per questa ragione il risultato è una partitura di elementi comunicativi che mettono al centro della scena l’attore/performer.
Va detto che a guidare Stefano Furlan nei suoi spettacoli sono non solo le nuove tendenze culturali e la drammaturgia contemporanea ma anche la tradizione senza la quale non può esistere un futuro teatrale. Quella di Furlan è quindi una sensibilità ricettiva agli stimoli, propria di chi crede che l’arte teatrale sia una necessità e un’urgenza comunicativa in questo mondo.
Ne consegue che gli elementi della sua poetica sono:
- l’estetica delle immagini;
- la violenza delle emozioni;
- l’importanza dell’ironia;
- l’attore come performer in grado di mettersi al totale servizio delle esigenze del corpo e dell’anima dello spettacolo;
- la ricerca musicale minuziosa e sempre perfetta cornice del non detto scenico.
Inoltre, Stefano Furlan, nei suoi spettacoli indaga spesso il rapporto tra attore/spettatore, rompendo in alcuni casi il delicato rapporto con la quarta parete e spingendo l’azione teatrale direttamente nelle mani dello spettatore.
Va detto che a guidare Stefano Furlan nei suoi spettacoli sono non solo le nuove tendenze culturali e la drammaturgia contemporanea ma anche la tradizione senza la quale non può esistere un futuro teatrale. Quella di Furlan è quindi una sensibilità ricettiva agli stimoli, propria di chi crede che l’arte teatrale sia una necessità e un’urgenza comunicativa in questo mondo.
Ne consegue che gli elementi della sua poetica sono:
- l’estetica delle immagini;
- la violenza delle emozioni;
- l’importanza dell’ironia;
- l’attore come performer in grado di mettersi al totale servizio delle esigenze del corpo e dell’anima dello spettacolo;
- la ricerca musicale minuziosa e sempre perfetta cornice del non detto scenico.
Inoltre, Stefano Furlan, nei suoi spettacoli indaga spesso il rapporto tra attore/spettatore, rompendo in alcuni casi il delicato rapporto con la quarta parete e spingendo l’azione teatrale direttamente nelle mani dello spettatore.